La vicenda ha come riferimento il tragico contesto storico della Shoah, ma è un punto di partenza per riflettere sulla persistente vitalità, purtroppo, delle ideologie di tipo nazista e più in generale dei pregiudizi razzisti e xenofobi e delle tante forme di intolleranza e violenza. La trama si sviluppa dalla storia esemplare di un uomo e una donna che, dall’oggi al domani, si trovano improvvisamente gettati in un vortice di follia e persecuzione, per il solo fatto di essere marchiati come ‘altri’; non hanno nessuna colpa, non hanno commesso alcun crimine, ma qualcuno ha deciso che non sono degni di poter vivere liberamente la loro vita perchè sono ‘diversi’ dagli standard della casta dominante. I due protagonisti sono continuamente sballottati fra il rimpianto della vita perduta e la tragica realtà del presente, in una sfibrante alternanza di rassegnazione e ribellione: è come se fossero intrappolati in una bolla atemporale, dove la visione delle cose è distorta, inesplicabile, deformata, in una zona di confine tra il reale e il surreale.
“Essere o non essere?….questa è la domanda”, recita Amleto nel suo celebre monologo che contiene una profonda saggezza rappresentata da parole che sono la discesa nel più profondo mistero dell’umanità, la più drammatica riflessione sulla vita. Con questo spettacolo abbiamo provato, attraverso le domande, ad abbracciare la concezione shakespiriana del teatro, considerato lo specchio della natura, lo specchio della società, lo specchio del tempo con lo scopo di conferire un volto alle virtù e ai vizi dell’umanità. La figura di Amleto è ancora affascinante, perché riflette l’ambiguità, l’introspezione, lo smarrimento dell’uomo contemporaneo impegnato a cercare l’essenza della vita, ma sempre più solo di fronte alla propria coscienza e alla propria ragione. Amleto è una proiezione delle nostre paure. Amleto siamo noi, uomini in preda alla nostre insicurezze e paure che non sappiamo affrontare e combattere. In questa era di guerre, individualismo, automazione e trasformazione climatica, con quali grandi domande si trova l’uomo, l’Amleto di oggi, a doversi confrontare? E’ ancora possibile credere che la bellezza, l’arte, la cultura possono salvare il mondo?
“Cosa e’ un uomo, se del suo tempo fa mercato, e poi il guadagno e’ solo dormire e mangiare? Una bestia, niente piu’. Lui che ci ha dato un cosi’ maestoso intelletto, capace di capire le cause e gli effetti delle cose, non ci ha dato questi preziosi doni affinche’ ammuffiscano, non venendo usati.” (Amleto – Atto 4, scena 4)