Sabato 5/Ott ore 20 e Domenica 6/Ott ore 18
NexTeatro - Cremona
“CREMONA, ABSTRACT” – Spettacolo del laboratorio di TeatroDanza
Quando si arriva in un luogo, sembra di sentire “un’aria” diversa da quella che si respira da dove si proviene. I colori, i profumi, i suoni, tutto sembra comporre un’armonia sempre nuova, da luogo a luogo. Pina Bausch, la coreografa che diede inizio al TeatroDanza, compose delle opere ispirandosi alle città nelle quali si fermava per alcune settimane insieme alla sua compagnia,; durante questo tempo, lei e i suoi artisti, scoprivano i luoghi, le persone, la vita di quel posto, ciascuno con la propria sensibilità. Non era la storia del luogo che prendeva vita negli spettacoli, ma quello che ogni singola persona aveva colto, sentito, provato in quella città. Cremona Abstract si ispira a questo stesso processo creativo.
Ciascuno ha composto il suo “abstract” su Cremona. Non solo con le parole, ma soprattutto attraverso il linguaggio del corpo. In questo gruppo ci sono persone nate e cresciute a Cremona, ma c’è chi si è trasferito qui per lavoro, chi per amore, chi per seguire una passione; qualcuno percorre sempre le stesse strade, qualcuno invece arriva in treno da un’altra città oppure si sposta a piedi da casa. Nella vita di ognuno questa città rappresenta qualcosa di diverso. E gli occhi che la osservano, vedono tutti un luogo unico. E poi c’è il tempo, il susseguirsi delle stagioni, non un susseguirsi qualunque, ma quello di Cremona; c’è la piazza e i suoi abitanti; c’è il fiume che avvolge tutto con il suo lento e maestoso scorrere silenzioso. C’è la quiete, ma anche le voci di tanta gente al mercato del sabato. Ci sono le abitudini, le strade geometriche, i violini, le statue che ci osservano dalle facciate delle Chiese, i vicoli stretti e i palazzi maestosi.
Suggestioni.
Emozioni.
Storie.
Immagini.
Rumori.
Pina Bausch.
Cremona….in un Abstract.
“Carmina Burana gridati dalle pietre antiche,
circonvoluzioni di pitture geometriche,
violini ignudi esposti in liuterie esoteriche,
cabale danzanti di libri non ancora scritti,
qui tutto si ripete incessantemente.”
(Francesco Randazzo)