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LA CITTÁ E IL DESIDERIO

“LA CITTA’ E IL DESIDERIO” Lo spettacolo prende ispirazione da “Le città invisibili” di Italo Calvino: un laboratorio intensivo di sperimentazione teatrale che si è svolto questa estate e durante il quale abbiamo lasciato andare i pensieri, le parole, le immagini e le azioni, alla ricerca di una nuova “città invisibile”. Oggetto del racconto non è la città, quanto la difficoltà di parlarne in maniera appropriata: la divergenza dei discorsi o dei ricordi che la riguardano, l’inadeguatezza del linguaggio a rappresentare l’esperienza, la menzogna che s’annida nei discorsi e nelle cose.  Storie condensate, diagrammi di destini: percezioni annodate a ricordi, sogni, assilli, presagi. Ciò che conta non sono le apparenze superficiali e spesso ingannevoli, bensì le qualità o le potenzialità nascoste: una città non è solo quello che si vede, ma anche ciò che essa si accinge a divenire. Il surrealismo è infine ciò che più di tutto dipinge il quadro delle città invisibili. Nell’incertezza stessa dell’esistere, le città non sono mai definite, sono invisibili in quanto ciò che le caratterizza viene esposto sulla base di aneddoti, stati d’animo, segni linguistici e di parole che non dicono nulla e dicono tutto. Le città descritte da Calvino sono 55, distribuite in undici rubriche: Le città e la memoria, Le città e il desiderio, Le città e i segni, Le città sottili, Le città e gli scambi, Le città e gli occhi, Le città e il nome, Le città e i morti, Le città e il cielo, Le città continue, Le città nascoste. La ricerca avvenuta durante il laboratorio, ha fatto confluire tutte le città in una di queste rubriche, La città e il desiderio, portando al centro una domanda nella quale sembravano convergere tutte le altre: cos’è il desiderio? è possedere delle cose o aspirare a qualcosa? E proprio questa domanda ci ha bruscamente riportato alla nostra contemporaneità, a questa era del possesso delle cose, dell’immagine perfetta, della felicità a tutti i costi, della frenesia del tempo e delle relazioni. Il nostro tempo sembra aver ridisegnato le relazioni, con modalità forse meno umane di un tempo ma è proprio Calvino a ricordarci che l’esistenza del singolo può acquistare senso solo nel contesto della vita di relazione… e senza dimenticare, come ci dice nella bellissima frase finale della sua opera, il desiderio più importante che dovremmo tutti coltivare. “L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”.

Data

Ott 27 2024
Expired!

Ora

18:00 - 20:00

Luogo

NEXTEATRO
Cremona

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